VENEZIA 2023 – La ricerca e lo sviluppo al centro con Doc/it
29 Settembre 2023
La ricerca, lo sviluppo e la centralità delle produttrici italiane è stato l’appuntamento organizzato martedì 5 settembre da Doc/it, nell’ambito del Venice Production Bridge di Venezia.
L’incontro è stato anche l’occasione per la consegna del DWA – Doc/it Women Award, il premio dedicato alla figura della produttrice dell’Associazione Documentaristi (e Documentariste, come sottolineato in sala) Italiani.
Dopo il saluto di Maria Giuseppina Troccoli, commissario della Roma Lazio Film Commission, Adele dell’Erario, Innovation Manager di Doc/it, ha moderato l’incontro che ha visto partecipare in un primo scambio la produttrice Enrica Capra, GraffitiDoc, Graziella Bildesheim, Board Member – European Film Academy, Massimo Scaglioni, Direttore Ce.R.T.A e per WIFTMI la Presidente Domizia De Rosa. Sono quindi intervenuti Francesco Virga, Produttore/Presidente – Doc/it e Massimo Arvat, Produttore e membro del Consiglio Direttivo – Doc/it.
La registrazione dell’evento è disponibile a questo link.
Il dialogo è partito con Capra e dall’assenza di strumenti specifici a disposizione delle produttrici dal punto di vista della promozione della professionalità femminile nell’audiovisivo. Capra ha voluto a questo proposito sottolineare l’importanza dell’evento in corso, il primo dedicato alle produttrici e il paradosso della ricerca del prodotto da parte del mercato ma il mancato investimento sul fare business stesso. Capra ha inoltre sottolineato che esiste ancora un problema di legittimità per le donne che vogliano svolgere questo lavoro, rendendolo ancora più faticoso.
De Rosa è intervenuta sul tema delle pari opportunità, in particolar modo sulla questione dell’applicazione delle misure di genere e sulla loro efficacia, puntando l’attenzione sullo svolgimento dei processi, dalla compilazione di un form alla sua verifica e di come ogni passaggio possa e debba essere uno strumento di analisi da entrambe le parti, produzione e istituzioni, per un fine tuning che permetta agli strumenti di evolvere e di essere efficaci.
Bildesheim ha sottolineato l’importanza di fare rete fra le singole produttrici e fra le imprese, il ruolo della formazione e dei programmi di mentoring. Ma soprattutto, ha insistito Bildesheim, è fondamentale la trasparenza in qualsiasi commissione o simili organi. E la trasparenza, insieme alla competenza, può essere garantita solo dall’indipendenza, come dimostrano le esperienze francesi.
Si è passato quindi a parlare della ricerca che Doc/it intende lanciare per monitorare il proprio settore, per il quale manca un vera ricerca da almeno quindici anni.
Scaglioni ha confermato la scarsità dei dati, nonostante un evidente trend positivo del documentario confermato dalla sua presenza nelle sale cinematografiche e sulle maggiori piattaforme. La mancanza dei dati diviene di fatto un impedimento per il settore, che non può basare le proprie strategie di crescita su basi solide.
D’Urso ha spiegato come si svolgerà la ricerca triennale promossa da Doc/it, dall’impostazione dei lavori stessi che aggiorni la definizione e lo spazio del documentario e che esamini gli strumenti di finanziamento regionali, nazionali ed europei gli all’analisi dell’industria nel secondo anno e quindi alla questione dell’internazionalizzazione nel terzo anno.
Con De Rosa si è guardato ai numeri di genere del cinema italiano come pubblicati in Tutti i numeri del cinema e dell’audiovisivo – anno 2022 a cura della DG Cinema e Audiovisivo, dove è evidente la crescita delle registe nel documentario rispetto al cinema di finzione. Questi dati non forniscono un quadro sufficientemente dettagliato, ma resta evidente il dato del budget inferiore correlato alla maggiore presenza femminile. Questo obbliga a porsi la domanda se la maggiore presenza femminile nel documentario sia effettivamente una ‘buona cosa’.
Arvat si è quindi dichiarato d’accordo con la necessità di coniugare ricerca e strategia per attivare un cambio di paradigma in un’industria talora arretrata, come dimostrato dai pregiudizi nei confronti delle produttrici.
Capra ha voluto quindi menzionare le misure del CNC in materia di molestie e De Rosa ha ricordato l’adesione di Doc/it alla Carta di comportamento etico per il settore audiovisivo per la tutela della dignità della persona, delle lavoratrici e dei lavoratori di WIFTMI, spiegandone il senso.
Virga ha quindi concluso rimarcando come i quesiti che si pongono in ambito documentario, ambito per eccellenza volto a sollevare interrogativi, riguardino tutto il settore. La vitalità del documentario stesso mostra come l’equazione alto budget non sia condizione unica e necessaria per la qualità. Ma come invece la qualità derivi dallo sviluppo e quindi ancor prima dal buon training di chi svilupperà.
Si è quindi conclusa la densa sessione con l’annuncio della vincitrice del DWA – Doc/it Women Award e la lettura delle motivazioni da parte della presidente di giuria Bildesheim .
Il premio è andato a Serena Gramizzi con il progetto documentario Il processo di Bologna:
“Per aver saputo governare un processo di sviluppo articolato, lungo, costoso e rischioso, relativo ad un progetto di vasta portata; per la capacità dimostrata nel tracciare – ed essere riuscita a mantenere – la rotta per arrivare in porto; per la presentazione impeccabile e meticolosa di un dossier capace di restituire con chiarezza le scelte tecniche, l’accesso ai materiali, le strategie di sfruttamento e di audience engagement; per le doti e la lucidità con le quali viene trattata una materia incandescente, dalla valenza storica e politica fondamentale per il nostro paese; quindi per l’urgenza etica del tema trattato, per il coraggio e la determinazione delle scelte produttive e per un percorso di sviluppo affrontato con grande spessore e qualità”.
Da sinistra a destra: Adele dell’Erario, Domizia De Rosa, Graziella Bildesheim, Enrica Capra, Federica d’Urso, Massimo Scaglioni
La vincitrice Serena Gramizzi posa con la giuria del DWA composta da Domizia De Rosa, Maria Iovine, Stefania Casini, Graziella Bildesheim, Enrica Capra.
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