Le donne del futuro prossimo –
Mary Matheson
31 Ottobre 2023
Buongiorno care lettrici e cari lettori, ben ritrovati!
Qui è la vostra Dalia, pronta a raccontarvi la storia di una nuova donna del futuro prossimo.
Spero che abbiate passato un buon mese e che vi siate lasciati incuriosire dal lavoro della pluripremiata regista XR, Victoria Bousis. Chissà se qualcuno di voi ha deciso di addentrarsi nel suo mondo VR e lasciarsi ispirare dalle sue storie!
Per chi leggesse questa rubrica per la prima volta, a questo link trovate la sua incredibile storia.
Per questo mese invece ci focalizzeremo su un’altra una pluripremiata regista immersiva, creatrice e produttrice esecutiva, Mary Matheson.
La sua visione innovativa e la capacità di fondere le più recenti tecnologie con tecniche documentaristiche intime l’hanno resa una figura di spicco nell’industria.
Ma chi è Mary Matheson e quale è la sua incredibile storia?
Mary Matheson non è solo una regista di talento, ma anche una figura di spicco nell’ambito dell’istruzione, essendo docente di pratica per il programma Narrative and Emerging Media presso l’Arizona State University di Los Angeles e course director presso MIAT, Multiverse Institute for Art and Technology. Il suo ruolo come insegnante non solo ispira i futuri registi e creatori, ma alimenta anche la sua stessa passione per l’innovazione narrativa.
Quello che distingue Mary Matheson è la sua abilità straordinaria di mescolare la tecnologia più avanzata, tra cui la realtà virtuale, aumentata, i documentari in 360 per VR con l’intimità delle tecniche documentaristiche. Questa combinazione unica permette al pubblico di essere immerso completamente nel cuore della narrazione, vivendo le storie in modo mai visto prima.
Tra le sue realizzazioni più significative, Matheson ha diretto l’innovativa serie di documentari GoogleVR 360 The Female Planet, un progetto che ha raccontato storie straordinarie di donne che sfidano le convenzioni e le aspettative, progetto che prosegue con la realizzazione della recente serie in dieci parti 360 New Realities.
Ogni episodio della serie permette di entrare nel mondo di dieci giovani donne che stanno guidando la conversazione sul tema dell’istruzione e dell’accesso equo alla tecnologia. Per esempio l’episodio numero uno racconta di Bia, ragazza cresciuta in una favela brasiliana, che ha dovuto lottare fin dall’inizio per fare qualcosa della sua vita. Con la missione di trasformare la vita dei bambini attraverso l’istruzione e la musica, Bia usa la tecnologia per dare vita alla sua missione.
Attualmente, Mary Matheson sta portando la sua visione creativa nell’ambito della scienza e dell’esplorazione, dirigendo un documentario immersivo sulla missione Artemis della NASA sulla Luna, in collaborazione con Sky. Questo progetto promette di portare il pubblico più vicino che mai all’emozione e alla sfida della scoperta spaziale.
Oltre alla sua brillante carriera nel mondo della produzione, Mary Matheson ha collaborato con una gamma impressionante di clienti, tra cui Google, Lenovo, le Nazioni Unite, il governo britannico (BEIS), Save the Children e Plan International.
I suoi film hanno fatto la loro comparsa su piattaforme tradizionali come la BBC e Channel 4 nel Regno Unito, e sono stati selezionati per festival ed eventi internazionali di prestigio, tra cui il Summit sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite, l’Assemblea generale dell’ONU, lo Sheffield Doc Festival, l’Annecy International Animation Festival e l’EarthX film festival.
Ma da dove inizia la carriera di Mary Matheson? All’interno di una recente intervista, Mary racconta:
“Ho iniziato come giornalista a 23 anni in America Latina (in Venezuela e Colombia), occupandomi di guerriglia e cartelli della droga. La mia passione è sempre stata quella di comunicare tra due persone diverse, tra i personaggi e il pubblico. Mi sono specializzata in storie straniere, spesso in zone di conflitto o post-conflitto, ma ciò che mi interessa di più sono le storie che non sentiamo.”
Da allora, ha portato la sua macchina da presa in diverse zone post-conflitto, concentrandosi su storie non raccontate e narrazioni poco rappresentate, dimostrando il suo impegno per dare voce alle realtà spesso dimenticate.
“Anche se pensiamo all’Ucraina, i social media ci hanno permesso di ascoltare storie che normalmente non avremmo sentito attraverso i media tradizionali. Quando ho iniziato, queste cose non esistevano. Sono sempre stata più interessata a ciò che non si sentiva e non si vedeva, e a poterlo comunicare. Così, abbandonando il giornalismo diretto, ho iniziato a concentrarmi sulla comunicazione con uno scopo e un obiettivo più grandi: comunicare com’era la vita delle persone che spesso vediamo o sentiamo parlare da un particolare punto di vista, e sono sempre stata interessata a condividere l’altro punto di vista”.
Mary Matheson quindi è una narratrice visionaria che continua a sfidare i limiti della narrazione multimediale, utilizzando le tecnologie più avanzate per coinvolgere il pubblico in storie che altrimenti rimarrebbero inascoltate. La sua carriera è una testimonianza della potenza dell’arte e della tecnologia unita per ispirare, informare e trasformare il mondo che ci circonda.
E rispetto alla tecnologia immersiva Mary sostiene con entusiasmo che il progresso in questo settore sia giunto ad un livello estremamente stimolante, raggiungendo risultati incredibili in termini di innovazione e creatività. E questo continuo sviluppo la sprona a sperimentare continuamente:“Sappiamo tutti come girare una sequenza in un film in modo fluido e le tecniche da usare per creare una certa sensazione, mentre con la realtà virtuale siamo agli albori. Anche se ormai ho fatto molte riprese a 360°, sto ancora sperimentando nuove tecniche ogni volta. Quindi è davvero liberatorio, molto sperimentale e invita alla co-creazione.”
Per realizzare i suoi pezzi, infatti, Mary utilizza prevalentemente la VR , tecnologia immersiva che attraverso l’uso di, visori ed headset permette di immergere lo spettatore a 360° in una dimensione completamente diversa rispetto alla realtà.
Mary parla dell’importanza di questa tecnologia nel ricreare un senso di presenza: ”è come se ci si sentisse presenti in un luogo diverso, e l’obiettivo per me come Creatore è quello di farvi sentire presenti in quel mondo. È questo che crea la sensazione di empatia, o forse una sensazione dal nome diverso, ma comunque una sensazione forte perché si sente di essere presenti.”
Tuttavia, per rendersi tramite di un messaggio autentico, la produttrice racconta di come si sia progressivamente dovuta allontanare dall’esigenza di creare personaggi pre-costruiti, lasciando invece voce agli attori coinvolti:
”Ora cerco di coinvolgere e co-creare i personaggi nella realizzazione del film il più possibile, dando loro potere nella narrazione di ciò che viene inserito e di ciò che non viene inserito”, spiega. “Parlo con loro di ciò che vorrebbero fare, e questo significa che si ottengono momenti straordinariamente autentici che non ci si aspetterebbe mai, e piccole istantanee della loro vita che normalmente non si otterrebbero se fossi io a imporre le mie idee. Ha rivoluzionato il mio lavoro. Anche come persona che ha viaggiato molto, sono costantemente sorpreso dalla realtà e dalla storia vera.”
La regista parla anche delle difficoltà e dei limiti intrinseci di questa tecnologia. In termini di inclusione, infine, Mary sostiene anche che, essendo all’inizio :”è un mezzo completamente nuovo e possiamo stabilire le nuove regole.” Per esempio, è fermamente convinta che questo non sia un campo solo per i giovani, ma per tutti. “Perché le donne di cinquant’anni non dovrebbero farlo? Ci sono molti pregiudizi culturali nei confronti delle donne di mezza età, che non sono in grado di stare al passo con la tecnologia. C’è un mito sulla VR come tecnologia o gioco, che non è il nostro mondo, ma in realtà perché non dovrebbe esserlo? Possiamo semplicemente usarla per quello che vogliamo.”
Con questo spunto di riflessione, vi saluto e mi auguro che la protagonista di oggi vi abbia affascinato tanto quanto me.
Al prossimo incontro cari lettori e care lettrici!
Vostra,
Sempre,
Dalia
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